Sicurezza o insicurezza sui luoghi di lavoro?

29.08.2025

Intervista del 8.08.2019 di Paolo Mugnai al Dott. Matteo Micheli

Dottor Micheli, come vede il ruolo dell'organo di vigilanza all'interno del quadro generale della sicurezza sul lavoro?

La ringrazio Direttore per l'intervista che mi permette ancora una volta di parlare di sicurezza sul lavoro. Come promesso sarò diretto, perché troppo spesso su questa tematica si usano escamotage per non centrare il vero problema.

A quali escamotage si riferisce?

Le risponderò nel dettaglio durante l'intervista, per ora le anticipo che nel 2019 non è più tollerabile sentire gli addetti ai lavori sostenere, dopo un infortunio, che è tutta colpa di un "errore umano" o che serve "cultura della sicurezza". Queste espressioni sono usate come specchietti per le allodole e in questo modo generano confusione che non fa emergere i veri errori.

Purtroppo, negli ultimi anni sul tema della salute e sicurezza sul lavoro si sta navigando a vista, ed i principali attori non rispettano le regole o peggio ancora non le conoscono. Gli attori principali del sistema a cui mi riferisco sono: Lo Stato, le imprese e l'organo di Vigilanza.

In teoria questi tre soggetti formano una triangolazione perfetta: Stato – Imprese – Organo di Vigilanza. Ma questo sistema funziona solo se ognuno compie bene il proprio ruolo. Purtroppo, questo sistema non sempre è funzionale perché ognuno di loro compie errori più o meno gravi.

Quali sono questi errori del sistema?

Questa domanda ce la siamo posta nel 2016 come Coordinamento Nazionale Sicurezza e Prevenzione. Abbiamo quindi deciso di indagare partendo dall'operato dell'Organo di Vigilanza Regionale attraverso una rilevazione statistica.

Cosa avete rilevato sull'operato dell'Organo di Vigilanza Regionale?

A tutte le Regioni abbiamo chiesto i dati riguardanti le attività ispettive e le sanzioni rilevate ai sensi della vigente normativa in materia di igiene e sicurezza del lavoro, relative all'anno 2014. Per essere più chiaro, ad ogni Regione è stato chiesto di fornirci per ogni articolo del testo unico, il numero di volte che è stato applicato il regime sanzionatorio. Abbiamo constatato che non tutte le Regioni hanno risposto alle nostre domande.

Le uniche ad inviare i dati come richiesto sono state: Sardegna, Emilia-Romagna e Calabria.

Le altre invece ci hanno inoltrato solamente una scheda, denominata "Attività di Vigilanza nei Luoghi di Lavoro", che riporta solo il numero totale delle prescrizioni emesse dall'Organo di Vigilanza Regionale nel 2014. Pertanto, ci hanno fornito solo un numero complessivo, che non ci permetteva di capire quali fossero gli articoli violati nelle aziende italiane e quindi non ci consentiva nessuna ipotesi di analisi.

A noi sembra una grave carenza non solo perché non hanno risposto ad una nostra legittima richiesta, ma anche perché l'assenza di questi dati non permette alle Regioni di orientare, programmare, pianificare e valutare l'efficacia delle attività di prevenzione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, messe in atto dalle stesse regioni.

Quindi a questo punto si può capire perché appare beffardo quando, in occasione di un tragico evento, i rappresentanti politici della Regione si strappano le vesti additando alla mancanza di cultura della prevenzione di altri, come ad una causa misteriosa di tutti i mali. Quando invece, loro stessi non monitorano neppure le attività dell'organo di vigilanza in casa propria.

Il nostro Coordinamento Nazionale Prevenzione e Sicurezza, non avendo ricevuto i dati richiesti, ha pensato di fare un confronto tra i dati pubblicati in internet sulle attività di vigilanza del personale ispettivo delle Direzioni territoriali del Ministero del Lavoro, dell'INPS e dell'INAIL. Questi sono organi dell'amministrazione centrale dello Stato che hanno svolto in parallelo agli organi regionali un'attività di vigilanza sul territorio.

Dai dati relativi alla vigilanza del Ministero del Lavoro, dell'anno 2014, è risultato che il 65% delle aziende non sono regolari.

Invece non sono regolari, per gli organi di vigilanza regionali, solo il 19% delle aziende.

Come mai questa differenza? Per lo Stato il 65 % delle aziende non sono in regola, mentre per le Regioni solo il 19 %.

Questa differenza è misteriosa, è quindi una discrepanza che ci impone una riflessione.

A seguito della vostra analisi, quale riflessione possiamo fare?

Il Ministero del lavoro ha riscontrato circa 78.000 lavoratori totalmente a nero. Invece la somma di tutte le violazioni riscontrate dagli organi regionali per il 2014, esclusa la Puglia, è pari a circa 13.000. Non è pensabile che il divario di 65.000 violazioni sia stato colmato dalla Puglia. Quindi i numeri non tornano.

Possiamo ipotizzare che i 78.000 lavoratori in nero non abbiano ricevuto la formazione obbligatoria prevista dal decreto 81. D'altronde come è possibile pensare che il datore di lavoro, che non gli ha fatto un regolare contratto di lavoro, possa avere speso soldi e tempo per adempiere all'obbligo di formazione?

https://obiettivoinvestigazione.it/le-nostre-interviste/sicurezza-o-insicurezza-sui-luoghi-di-lavoro/